Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

martedì 11 giugno 2013

"SIC" - Incontro internazionale sulla comunizzazione a Montpellier

La rivista "SIC" organizza anche quest'anno, nei pressi di Montpellier, un incontro internazionale di discussione e approfondimento teorico, che avrà luogo dal 7 al 15 luglio. Per l'occasione pubblichiamo, in traduzione italiana, l'Editoriale del n.1 della rivista (novembre 2011).

Precisiamo che nel corso dell'ultimo anno, oltre a quelli citati nel testo, hanno partecipato al dibattito che ruota intorno a questa pubblicazione, anche compagni canadesi, belgi, cechi e di lingua tedesca, oltre naturalmente a noi del "Il Lato Cattivo". 

Per informazioni riguardanti l'incontro, scrivere a: pepe@communisation.net

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Nel corso della lotta rivoluzionaria, l’abolizione dello Stato, dello scambio, della divisione del lavoro, di tutte le forme di proprietà, l’estensione della gratuità come unificazione dell’attività umana, ovvero l’abolizione delle classi, della sfera pubblica e di quella privata, sono delle «misure» che aboliscono il capitale, imposte dalle necessità stesse della lotta contro la classe capitalista. La rivoluzione è comunizzazione, essa non ha il comunismo come progetto o risultato. [...]
Tra la fine degli anni 1960 e l’inizio dei '70, tutto un periodo storico durante il quale, in maniere diverse, la rivoluzione era stata concepita, tanto teoricamente che praticamente, come l’affermazione del proletariato, il suo ergersi a classe dominante, la liberazione del lavoro, l’instaurazione di un periodo di transizione, entra in crisi e giunge a compimento. È in questa crisi che il concetto di comunizzazione apparve.